Guida alla cessione del credito per la ristrutturazione: vediamo quali sono le ultime novità e le disposizioni messe in atto per usufruire di questa possibilità.

Dopo il Decreto Rilancio 2020, con il quale sono state estese le agevolazioni della cessione del credito e dello sconto in fattura anche a bonus minori, sono emersi numerosi casi di frode. Questi, correlati a finti interventi di ristrutturazione, per ottenere il recupero del credito, in realtà mai speso o richiesto per lavori senza requisiti adatti. Con il Decreto Antifrode 2021, sono state bloccate molte manovre fasulle, con sconto in fattura e cessione del credito per la ristrutturazione edilizia, mettendo così in atto uno stop forzato a questo meccanismo, che aveva preso il sopravvento.

Grazie al nuovo Decreto Bilancio 2022, è stata fatta più chiarezza e stabilito delle regole ben precise per poter richiedere, nuovamente, lo sconto in fattura e la cessione del credito per la ristrutturazione edilizia in modo più sicuro e affidabile. Il bonus ristrutturazione, permette un recupero del 50% su un massimo di spesa complessiva di 96.000,00 euro, valido, con questi termini, fino al 31 dicembre del 2024.

In questo articolo, svilupperemo la guida, spiegando nel dettaglio che cos’è la cessione del credito per la ristrutturazione, da chi e come può essere messa in pratica.

Di cosa si tratta

In questa guida, vediamo ora di cosa si tratta, quando si parla di cessione del credito. In breve, questa è un’agevolazione che permette di consegnare a terzi il proprio credito, ottenuto grazie al bonus 50% sulla ristrutturazione edilizia.

ll rimborso del credito ceduto, avviene tramite un ritorno immediato e non dilazionato, come invece succede con il normale recupero fiscale. Infatti, di norma, il credito che spetta al beneficiario, è solitamente recuperato tramite la dichiarazione dei redditi, suddividendo l’importo nei successivi 10 anni, per il bonus ristrutturazione 50%. L’importo del credito da cedere a terzi, è pari alla detrazione fiscale ottenuta dal bonus di riferimento, calcolato sulla spesa totale effettuata.

La cessione del credito, come lo sconto in fattura, è un ulteriore sostegno che permette, soprattutto ai committenti dei lavori di ristrutturazione, nonché beneficiari del credito, di poter ottenere questa facilitazione fiscale. Come abbiamo visto, il recupero viene effettuato per mezzo della cessione del credito per la ristrutturazione, per esempio verso la ditta che ha effettuato gli interventi di miglioria. La quale, per avvalersi del credito ottenuto, farà uno sconto in fattura al proprio cliente, di pari importo del credito fiscale.

Per poter richiedere la cessione del credito ci sono dei vincoli da rispettare:

  • è necessario mantenere continuità del percorso del credito ceduto a terzi, tramite un numero identificativo di tracciamento(a partire da maggio 2022);
  • la prima cessione del credito può essere parziale, le successive, solo per l’intero importo;
  • sono concessi massimo tre passaggi per la cessione del credito a terze parti;
  • è necessario avvalersi dell’asseverazione tecnica di congruità e del visto di conformità redatto da un professionista qualificato;
  • comunicazione all’Agenzia delle Entrate, entro aprile dell’anno successivo ai lavori eseguiti, della scelta di avvalersi della cessione del credito (o dello sconto in fattura);
  • previste sanzioni dai 50.000,00 ai 100.000,00 euro, fino alla reclusione dai 5 ai 10 anni per professionisti che dichiarano il falso.

Come funziona

Vediamo come funziona la cessione del credito per la ristrutturazione, sia dal punto di vista del proprietario dell’edificio manutentato, sia dal punto di vista della ditta che si rende disponibile ad accettare la cessione del credito.

Tramite questa guida ricordiamo inoltre, che i requisiti per poter ottenere la cessione del credito per la ristrutturazione sono strettamente legati ai lavori permessi tramite il bonus relativo, con aliquota 50%:

  • demolizione o costruzione di soffitte, mansarde o trasformare stanze in un balcone;
  • costruzione di strumenti e dispositivi destinati a persone portatrici di handicap;
  • eliminazione di barriere architettoniche;
  • restauro, bonifiche e risanamento, atto a conservare edifici;
  • modifica dei soffitti e lavori per assecondare una maggiore aerazione dei locali dell’edificio;
  • costruzione di parcheggi e autorimesse;
  • interventi adatti a prevenzione infortuni domestici, furti e atti illeciti;
  • cablatura dell’edificio;
  • manutenzione ordinaria per rinnovo finiture interne ed esterne della casa, come la sostituzione di infissi di porte o finestre;
  • controllo del funzionamento e dello stato di salute degli impianti già esistenti;
  • realizzazione muraria di nuove porte e finestre esterne, sistemazione di scale o rampe, installazione di ascensori, costruzione di servizi igienico-sanitari, ecc.

Ogni intervento, agevolato dal bonus 50%, può avere una spesa massima consentita di 96.000,00 euro. Il recupero fiscale, viene normalmente detratto tramite la dichiarazione dei redditi, in 10 anni.

Nel caso della cessione del credito per la ristrutturazione, il committente dei lavori può cedere, per esempio alla ditta che effettua gli interventi, l’importo del recupero fiscale.

Se la ditta mette a disposizione questo servizio, e si presta alla cessione del credito da parte del suo cliente, ecco che effettuerà una fattura per l’importo totale speso, con uno sconto pari alla detrazione del bonus ristrutturazione del 50%. A sua volta, la ditta che ottiene il credito, può recuperarlo in compensazione con le imposte da pagare successivamente. Altrimenti ha la possibilità di cedere lo stesso credito a terzi, rispettando però dei vincoli, che vedremo in seguito.

Nel caso in cui il committente dei lavori decide di effettuare la cessione del credito per la ristrutturazione verso un istituto come la banca, dovrà calcolare che, per ottenere l’agevolazione fiscale nell’immediato, non otterrà il recupero totale del 50% sulla spesa complessiva effettuata. Ma dovrà considerare che l’importo sarà inferiore, in quanto una percentuale andrà destinata al riconoscimento del servizio ottenuto.

Chi può cedere il credito

In questa ultima parte della nostra guida, andiamo a capire chi può cedere il credito, ottenuto per la ristrutturazione edilizia tramite il bonus 50%.

Il primo soggetto che può effettuare la cessione del credito per la ristrutturazione in corso, è il proprietario dell’edificio da manutenere, nonché il beneficiario dell’agevolazione fiscale. Può cedere il suo credito a:

  • ditte, che effettuano gli interventi e che accettano il servizio della cessione del credito, avendo pertanto l’onere di compensare la percentuale scontata direttamente in fattura, per il cliente, ma che grava sulla sua impresa;
  • fornitori di beni, dedicati alla ristrutturazione dell’abitazione;
  • istituti di credito, come banche o tutti gli intermediari finanziari iscritti all’albo, come da d.l. 385/1993;
  • società e imprese di assicurazione, autorizzate ad operare anche in tal senso.

Il secondo soggetto che può effettuare la cessione del credito è la ditta stessa alla quale è stato ceduto per prima. Dopo un primo passaggio di credito libero, come per esempio, verso altra ditta, ecco che c’è l’obbligo di poter, eventualmente, effettuare massimo altre due cessioni dello stesso credito, ma verso soggetti vigilati come le banche o altro.

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