Parliamo del Decreto Sblocca Cantieri: cosa prevede e cosa cambia, dopo gli ultimi aggiornamenti, messi in atto per migliorare le attività dedicate all’edilizia pubblica, rimaste in sospeso o messe in difficoltà da una gestione burocratica lenta e poco praticabile.
Grazie al Decreto sblocca cantieri, sono state già emanate delle norme giuridiche, finalizzate a migliorare e a rilanciare i contratti, relativi agli interventi pubblici, quali:
In questo articolo, vedremo come il Decreto sblocca cantieri diventa un meccanismo efficace per rendere più agevoli certi interventi sul territorio pubblico nazionale. Andando a risanare quei cantieri fermi da un pezzo o a velocizzare gli aspetti burocratici che hanno recato un rallentamento, se non un blocco totale, per quelle opere che dovevano essere portate a termine, o iniziate, da tempo. Inoltre, il Decreto sblocca cantieri si occupa di migliorare la regolamentazione dedicata agli appalti pubblici, in modo che siano organizzati e messi in opera nel minor tempo possibile, con serietà, sicurezza e affidabilità.
Vediamo, nel dettaglio, cosa prevede il Decreto sblocca cantieri, il quale cerca di assicurare la massima assistenza sul territorio nazionale, andando incontro soprattutto a specifiche esigenze di alcune zone d’Italia:
Ecco alcuni dettagli fondamentali che il Decreto sblocca cantieri ha previsto per gli appalti pubblici: in base a determinati requisiti e regole, come per esempio l’aggregazione e la centralizzazione degli appalti tra comuni limitrofi e relative amministrazioni comunali, la stazione appaltante, che di fatto è l’amministrazione che aggiudica l’appalto ad un operatore economico piuttosto che un altro, ha degli obblighi da rispettare. Questo accade a seconda delle qualificazioni che possiede. Per avere un riferimento preciso e diretto, può essere utile verificare gli articoli 37- 38 del Codice dei Contratti Pubblici.
Facciamo comunque un esempio per comprendere meglio le valutazioni espresse e regolate dal Decreto sblocca cantieri. Nel caso di opere dedicate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la stazione appaltante di un comune, non capoluogo, può procedere alla selezione, dovendo scegliere tra una centrale di committenza, soggetti aggregatori qualificati oppure scegliendo una stazione unica costituita presso enti di vasta area, come città metropolitane. Può avvalersi altrimenti di committenze creare tra l’unione di più comuni, province, città capoluogo qualificate e non, in base all’ordinamento previsto.
Gli appalti sono uno degli aspetti più rilevanti del Decreto sblocca cantieri, per il quali è stato stabilito di effettuare inoltre una gara semplificata, gestita tramite delle fasce valore specifiche, come vedremo in dettaglio, nel prossimo paragrafo.
Di seguito, scopriamo cosa cambia nel Decreto sblocca cantieri, soprattutto per quanto riguarda la gestione degli appalti pubblici.
Innanzitutto con le nuove normative, il Decreto sblocca cantieri ha stabilito delle fasce economiche per gli inviti alle aziende, cercando di fare spazio anche a imprese di piccole dimensioni, per creare una rete di possibilità maggiori ed eterogenea.
Inoltre, il Decreto sblocca cantieri, ha semplificato la normativa nazionale con lo scopo di stimolare gli investimenti pubblici; di garantire una rotazione degli operatori economici (che sono le imprese, le banche, operatori pubblici, ecc.) e di aumentare l’attenzione sull’affidabilità delle aziende coinvolte.
Le fasce economiche, stabilite dal Decreto sblocca cantieri, per interventi di importo massimo di 1.000.000,00 euro, sono state pensate in base ad un valore complessivo della spesa da sostenere per gli interventi. Vediamone la suddivisione:
Nel caso di prestazione di servizi e forniture con una spesa inferiore ai 40.000,00 euro o di lavori effettuati al di sotto dei 150.000,00 euro, la stazione appaltante qualificata secondo l’articolo 38 del Codice dei Contratti Pubblici, non ha l’obbligo di dover rispettare le suddette regole imposte, in base alla fascia economica.
Con le nuove disposizioni del Decreto sblocca cantieri, un’altra cosa che cambia è il limite del subappalto, sceso dal 50% al 40% sulla spesa complessiva, calcolata sul totale degli interventi, dei servizi e delle forniture. Altre modifiche importanti, messe in atto dal Decreto sblocca cantieri, concedono anche agli enti comunali di disporre gare d’appalto, permettendo, nuovamente, l’appalto integrato fino al 30 giugno 2023. Con il quale è possibile affidare congiuntamente la progettazione e l’esecuzione dei lavori.
Sono messe in atto anche delle modifiche destinate alle scuole, non solo per quanto riguarda l’aspetto strutturale. Bensì il Decreto sblocca cantieri, vuole garantire la continuità educativa per tutti gli istituti che non raggiungono il numero minimo di bambini nelle classi, nelle zone del sud Italia. Altresì, si vuole aprire un fondo specifico per poter garantire la videosorveglianza, con telecamere installate, negli asili, ma anche nelle strutture socio-assistenziali e nelle case di riposo.